Gabriele Galantara ("Ratalanga"), Caricaturista Satirico di fama Europea


29 Oct 2024

Gabriele , celebre giornalista e uno dei più grandi caricaturisti e disegnatori satirici italiani, nasce a Montelupone il 18 ottobre 1865 e muore a Roma il 10 gennaio 1937 

Giovanni e Giulia Terenzi, i suoi genitori, erano una coppia di nobili decaduti appartenenti a famiglie che erano state protagoniste dei moti risorgimentali che hanno poi condotto all'Unità d'Italia.

Convinto socialista, Galantara frequenta le scuole elementari del Convitto Nazionale di Macerata nel 1874.

Nel 1884 si iscrive alla Facoltà di Scienze a Bologna e nell'ambiente universitario bolognese stringe grande amicizia con Guido Podrecca, studente di Lettere. Un’amicizia talmente stretta la loro che in città venivano erano soprannominati "i siamesi".

I nomi di Galantara e Podrecca compaiono per la prima volta sulle pagine di "Ehi, Ch'al scusa", uno dei "fogli" che circolavano a Bologna in quel periodo. Cominciano così a esercitarsi nell'arte della satira fondendo la scrittura di Podrecca con il disegno di Galantara.

Nel 1892 Galantara e Podrecca si trasferiscono a Roma e fondano il giornale "L'Asino", nome che si rifaceva al motto di Francesco Domenico Guerrazzi: "come il popolo è l'asino: utile, paziente e bastonato".

La direzione della rivista satirica, la cui prima uscita porta la data del 27 novembre 1892, con editore Luigi Mongini, è affidata a Podrecca (in arte "Goliardo"), mentre Galantara firma i suoi disegni e le sue caricature con vari pseudonimi: Rata-Langa, Grottesco, A.A. Lagrant e Blitz. 

L'Asino sposa apertamente posizioni socialiste e prende di mira personaggi come Giolitti, Crispi e Pelloux, sottolineando i principali scandali politici del tempo, condannando la corruzione della classe dirigente e le brutalità compiute dalle forze di polizia. Atteggiamenti che costeranno a Galantara persino l'arresto.

Dal 1901 in poi, l'Asino prende di mira il clero e il Vaticano, con toni decisamente anticlericali. 
Galantara nelle sue caricature dipinge i preti con grandi bocche, pance gonfie e sguardi feroci. 
Le vignette denunciano la corruzione e l'aggressività politica della Chiesa e deridono la superstizione insita negli ambienti ecclesiastici. L'Asino ottiene così un incremento del successo e delle tiratura. Tuttavia, a causa delle continue campagne anticlericali, la rivista veniva frequentemente sequestrata con l'accusa di oltraggio al pudore.


Dal 1921 in poi l'Asino continua la propria attività sotto la direzione del solo Galantara che nel frattempo ha rotto il rapporto con Podrecca, diventato fascista.

L'Asino quindi aderisce alla corrente massimalista del Partito Socialista e si schiera contro il regime fascista. La rivista ha ormai un taglio antifascista in aperto contrasto alla dittatura di Benito Mussolini.

Il periodico è così costretto a cessare le pubblicazioni nella primavera del 1925, dopo una lunga serie di minacce e persecuzioni da parte degli squadristi di regime.

Galantara subisce anche un ulteriore arresto nel 1926. Rilasciato nel 1927 vive in libertà vigilata fino al 1937.

Negli ultima anni della sua vita continua a disegnare e a dipingere collaborando al giornale umoristico "Marc'Aurelio".

Il borgo di Montelupone ospita oggi una ricca collezione di suoi lavori artistici.